L’associazionismo, “leggerezza” cemento delle nostre relazioni di vita – intervento del Direttore Generale di Roma Tre all’assemblea ANCIU

Nell’ultima assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale dei Circoli Universitari, tenutasi a Roma Tor Vergata il 21 aprile 2017 e organizzata dal neonato circolo aziendale dell’ateneo romano, particolare apprezzamento ha suscitato tra i partecipanti il saluto di benvenuto del Direttore Generale di Roma Tre, Dott. Giuseppe Colpani, il quale ha espresso nel suo intervento sentimenti condivisi che costituiscono le fondamenta dell’associazionismo.

Riportiamo di seguito il suo intervento.

“Felicissimo di darvi il benvenuto nella nostra sede di Roma Tre. Vi porto anche il saluto del Rettore, che non è riuscito a liberarsi per partecipare a questa iniziativa che io trovo veramente molto, molto, molto interessante e questi molto, molto esprimono, vi prego di credermi, una sensazione di vicinanza vera. Ho sempre pensato che fosse un neo quello di non essere riuscito, in tutti questi anni, a dare vita ad un’associazione CRAL nel nostro Ateneo; questo, in qualche modo, ha anche impedito il compiersi della vita di comunità. Sono veramente molto felice, ora che si avvia a conclusione la mia lunga esperienza di lavoro in Ateneo, che questa lacuna sia stata in qualche modo colmata. Ringrazio il presidente Banchetti, a cui faccio i miei più vivi e convinti auguri di un buon lavoro, e i colleghi membri del direttivo che hanno avuto la volontà di realizzare questo progetto. Credo molto in questa iniziativa, penso che l’associazionismo in generale e questo tipo di associazionismo in particolare riescano a cogliere anche momenti di leggerezza della vita di ognuno di noi. Leggerezza che non significa né vacuità, né effimero, perché della leggerezza “di qualità”, ne sono convinto, è costituita la nostra esistenza più intima. Nello stesso tempo costituisce anche il cemento delle nostre relazioni di vita quotidiana. Noi abbiamo un bisogno disperato di questa leggerezza che poi, a seconda dei casi, è la voglia dell’assoluto, il desiderio del bello, la rincorsa dell’eleganza e che restituisce ad ognuno di noi anche quella dimensione che in un meccanismo alienante (come i ritmi di lavoro, le rigidità anche dei tempi di passaggio tra l’impegno familiare e l’impegno professionale) lascia sempre meno spazio alla ricerca del sé e alla ricerca anche dell’altro. E’ proprio questo che io ritengo sia per l’uomo contemporaneo il rischio più grande che si va a correre: quella forma di rifiuto, di incapacità di cogliere nel tempo libero l’occasione straordinaria per riconoscere e per rincorrere la propria identità e la propria natura umana. Cioè, sostanzialmente, ritengo che non occorra fare del tempo libero il tempo del “non lavoro”, come pure qualche volta si legge in documenti anche ufficiali che si occupano, per esempio, di organizzazione del lavoro.   In questo senso il tempo libero non è il tempo che separa il lavoro che finisce oggi dal lavoro che inizierà domani. Il tempo libero deve essere un’altra cosa, deve essere la ricerca della nostra identità e della nostra capacità di relazione con i nostri pari. Sono queste forme di associazionismo che esprimono in libertà un momento di democrazia importante, con la voglia di manifestare amicizia e la voglia di solidarietà. Il desiderio di ri‐incontrarsi, anche in momenti di tranquilla e spensierata vita insieme, rappresentano un’occasione straordinaria e importante per ciascuno di noi. Un’occasione per fare in modo che ciascuno di noi ritrovi se stesso, allontanando quella sensazione di essere solo un elemento di un processo: elemento importante, insostituibile, probabilmente il fattore più alto del sistema produttivo, ma non solo un fattore del processo produttivo.  
L’iniziativa che voi oggi mettete in piedi è una di quelle che può contribuire in maniera determinante e forte per dare a ciascuno di noi la possibilità di riconoscersi di nuovo come individuo e non solo come un fattore di un sistema e un momento di un ingranaggio.   Anche per questo vi sono grato e, oltre a garantirvi la mia vicinanza come Direttore Generale, farò il possibile, nei limiti delle disposizioni normative, per sostenere la vostra iniziativa. Vi riaffermo la mia vicinanza con la garanzia che mi impegnerò affinché quest’iniziativa possa crescere, possa rafforzarsi, possa diventare un momento vitale della nostra comunità, rappresentarla e qualificarla per quella che è: un momento di incontro sui temi del tempo libero, non inteso come tempo di rottura tra il lavoro di oggi e quello di domani.  E ovviamente spero di essere tra di voi e uno di voi.
Grazie, buon lavoro e complimenti.”

Giuseppe Colpani – Direttore Generale Università di Roma Tre, 21 aprile 2017

 

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